Piede
Alluce valgo
È frequente specie nelle donne e prevede, quando indicato, un trattamento chirurgico. È importante considerare univocamente anche le patologie eventualmente associate dell’avampiede e del retropiede per una corretta indicazione chirurgica. Lo studio clinico poi deve essere integrato da una radiografia dei piedi in comparativa e sotto carico gravitario. Le tecniche chirurgiche a nostra disposizione sono molteplici e vanno individualizzate sul paziente.
Tra le varie il dott. Maurizio Rubino preferisce la osteotomia distale del primo metatarso fissata con adeguati mezzi di sintesi preferibilmente in titanio associata al rilascio della capsula sul versante laterale. In alcuni casi difficili può essere indicato associare anche una osteotomia della prima falange dell’alluce oltre a trattamenti diretti alla correzione di eventuali griffe digitali associate.
Metatarsalgia
Può essere associata all’alluce valgo che diventa poco caricato durante la deambulazione con conseguente sovraccarico sulla testa del secondo metatarso oppure può interessare più teste metatarsali per una differente lunghezza delle stesse rispetto all’arco plantare fisiologico per cui le teste dei metatarsi più lunghi sono le più caricate. Quando l’eventuale correzione con ortesi plantari non riesce a equiparare la distribuzione dei carichi sulle teste metatarsali occorre procedere chirurgicamente. Il ripristino della lunghezza ritenuta ottimale si può ottenere agendo sulla parte prossimale del metatarso con osteotomie oblique a becco di flauto associate al carico gravitario concesso nell’immediato postoperatorio oppure con osteotomie che agiscono sulla testa metatarsale retroponendola ed abbassandola; si fissa poi con microviti la nuova posizione della testa proteggendo dal carico diretto con scarpa ad appoggio calcaneare per cinque settimane. Possono essere associati gesti chirurgici dedicati alla correzione dell’eventuale alluce valgo associato o di deformità digitali.
Lesioni legamentose della caviglia
Sono molto frequenti e possono riguardare il comparto legamentoso esterno ( nettamente più frequenti ) piuttosto che il mediale. Per la differente lunghezza del malleolo tibiale rispetto al laterale una distorsione di caviglia avviene più facilmente in inversione/supinazione piuttosto che in eversione/pronazione con conseguente frequente danno legamentoso esterno.
La prima sollecitazione traumatica può lesionare il legamento peroneoastragalico anteriore.Se l’energia cinetica continua la seconda struttura che può andare incontro a rottura è il legamento peroneoastragalico posteriore fino alla rara lesione traumatica di tutto il comparto legamentoso esterno ( peroneoastragalico anteriore,posteriore e peroneocalcaneare ) con grave pregiudizio funzionale in termini di stabilità della caviglia.
Se la lesione legamentosa esterna provoca una instabilità ricorrente della caviglia occorre una riparazione legamentosa che nei primi mesi postrauma può essere eseguita con buoni risultati rispettando i tempi di scarico e di tutorizzazione postoperatori.
Tendinopatia Achillea e M. Haglund
Si riscontra frequentemente una sofferenza inserzionale del tendine di Achille con conseguenti dolori che dal punto di inserzione calcaneare si irradiano alla faccia mediale e laterale del calcagno e al tendine distale che può risultare ingrossato e classicamente dolente al pinzamento digitale.La sofferenza tendinea dipende da troppa tensione e conseguente restringimento dei vasi che garantiscono il nutrimento della unità tendinea.Nel lungo periodo questa situazione metabolica porta ad una sofferenza ischemica distrettuale ma evolutiva.In altre parole si vengono a formare zone confluenti di necrosi tendinea con sovrapposti disordinati tentativi di riparazione fibrosa per cui il tendine diventa dolente, più spesso e meno elastico con aumentato rischio di rottura sottocutanea.Spesso la tendinosi Achillea è presente nel piede cavo varo e si accompagna a fascite plantare.In questi casi diventa fondamentale l’uso di scarpe con rialzo al tacco minimo di un paio di centimentri per diminuire la tensione Achillea associati ad esercizi di stretching della regione Achillea.
Morbo di Ledderhose
In soggetti con M. di Dupuytren si può associare una sorta di ipertrofia fibrosa idiopatica della fascia plantare con noduli che possono trasformarsi in cordoni fibrosi che a livello della volta plantare possono creare disturbi nella deambulazione. In questi casi si può eseguire una cordotomia percutanea ad ago come nella M. di Dupuytren.