Mano e polso

Sindrome del tunnel carpale

Quando il formicolio alla mano diventa insistente ed è presente nelle ore notturne o al risveglio bisogna pensare sempre alla sindrome del tunnel carpale e quindi alla sofferenza del nervo mediano.

La sindrome del tunnel carpale è causata dalla compressione del nervo mediano quando questo attraversa il tunnel o canale carpale del polso e rappresenta sicuramente la più frequente patologia della mano e dell’arto superiore.

La sua maggiore incidenza si ha nelle donne in età menopausale, ma non è raro trovarla anche nei soggetti maschi, specialmente se lavoratori manuali.

Rizoartrosi

L’artrosi più frequente a livello della mano: La rizoartrosi o artrosi della base del pollice all’articolazione trapeziometacarpale (TM). È una malattia estremamente frequente anche se spesso è ottimamente tollerata, caratterizzata in questi casi più dalla deformazione della base del pollice causata dalla perdita dei rapporti tra il trapezio (piccolo ossicino del polso) e la base del primo metacarpo, piuttosto che da veri e propri disturbi funzionali.

È nettamente più frequente nel sesso femminile specie intorno alla sesta decade di vita.

L’articolazione TM (trapeziometacarpale) è ipersollecitata dal movimento di opposizione del pollice, cardine di tutti gli atti che coinvolgono la mano e il polso durante la vita relazionale e lavorativa.

Artrosi trapezio scafoidea isolata o associata a rizoartrosi

Non è raro incontrare pazienti che lamentano algie alla base del pollice con caratteristiche tipiche della rizoartrosi e che radiograficamente presentano segni di degenerazione artrosica non solo dell’articolazione trapezio-metacarpale (TM) ma anche a carico dell’articolazione trapezio- scafoidea (TS).

Indagati meglio clinicamente in realtà questi soggetti presentano una spiccata dolorabilità digito-pressoria vicino al tubercolo dello scafoide spesso associata alla dolorabilità pressoria sulla TM ed alla positività dei segni di instabilità della TM. In effetti esistono anche pazienti asintomatici soggettivamente ma con evidenza radiografica di artrosi della TS e/o della TM e pazienti con sola evidenza clinico-radiografica di artrosi isolata della TS.

Malattia di Dupuytren

La malattia di Dupuytren può essere trattata chirurgicamente quando è già strutturata una flessione del dito interessato tale da non poter più appoggiare a piatto la mano su una superficie piana come quella di un tavolo ad esempio.

Il trattamento chirurgico può essere praticato in maniera convenzionale con vari accessi chirurgici che mirano ad ottenere l’estensione delle dita interessate dalla malattia.

Malattia di De Quervain

Le tenovaginaliti stenosanti appartengono al vasto e controverso ambito reumatico e sono rappresentate nella maggior parte dei casi dalla malattia di De Quervain e dal dito “a scatto”. Sono patologie più frequenti nel sesso femminile intorno alla quinta, sesta decade di vita. Spesso sono associate fra di loro ed alla sindrome del tunnel carpale.

A questo proposito è utile ricordare che possono insorgere simultaneamente o in tempi successivi, senza alcun rapporto causale nel determinismo delle stesse. Non è infrequente infatti la comparsa, durante la fase riabilitativa per eventuale intervento di neurolisi del nervo mediano al polso, di uno scatto in flessione di un dito lungo che può richiedere un ulteriore trattamento chirurgico così come può accadere il contrario.

Altre volte si giunge alla indicazione chirurgica con più patologie concomitanti che possono essere trattate simultaneamente nel corso dello stesso intervento sempre in anestesia locale e ambulatorialmente.

Dito a scatto

Le tenovaginaliti stenosanti appartengono al vasto e controverso ambito reumatico e sono rappresentate nella maggior parte dei casi dalla malattia di De Quervain e dal dito “a scatto”.

Sono patologie più frequenti nel sesso femminile intorno alla quinta, sesta decade di vita. Spesso sono associate fra di loro ed alla sindrome del tunnel carpale. 

A questo proposito è utile ricordare che possono insorgere simultaneamente o in tempi successivi, senza alcun rapporto causale nel determinismo delle stesse. Non è infrequente infatti la comparsa, durante la fase riabilitativa per eventuale intervento di neurolisi del nervo mediano al polso, di uno scatto in flessione di un dito lungo che può richiedere un ulteriore trattamento chirurgico così come può accadere il contrario.

Altre volte si giunge alla indicazione chirurgica con più patologie concomitanti che possono essere trattate simultaneamente nel corso dello stesso intervento sempre in anestesia locale e ambulatorialmente.

Lesione di Stener

Le tenovaginaliti stenosanti appartengono al vasto e controverso ambito reumatico e sono rappresentate nella maggior parte dei casi dalla malattia di De Quervain e dal dito “a scatto”. Sono patologie più frequenti nel sesso femminile intorno alla quinta, sesta decade di vita. Spesso sono associate fra di loro ed alla sindrome del tunnel carpale.

A questo proposito è utile ricordare che possono insorgere simultaneamente o in tempi successivi, senza alcun rapporto causale nel determinismo delle stesse. Non è infrequente infatti la comparsa, durante la fase riabilitativa per eventuale intervento di neurolisi del nervo mediano al polso, di uno scatto in flessione di un dito lungo che può richiedere un ulteriore trattamento chirurgico così come può accadere il contrario.

Altre volte si giunge alla indicazione chirurgica con più patologie concomitanti che possono essere trattate simultaneamente nel corso dello stesso intervento sempre in anestesia locale e ambulatorialmente.

Sauvé - Kapandji

E’ una tecnica chirurgica adatta al trattamento degli esiti di fratture di avambraccio e polso caratterizzati da differente lunghezza del radio (di solito accorciato) rispetto all’ulna o da rigidità della articolazione radio-ulnare distale con conseguente deficit di supinazione del polso. 

La medesima tecnica può essere adatta al trattamento delle lesioni della fibrocartilagine triangolare del polso ribelle ad eventuali trattamenti artroscopici ( si tratta di una sorta di menisco della articolazione radio-ulno-carpica che può essere lesionato da traumi distorsivi del polso). La tecnica prevede un accesso a lembo dorsale al polso che permette sia di bloccare con vari mezzi di sintesi l’articolazione radio-ulnare distale sia di asportare un cilindro diafisiario di ulna distale che permette di ripristinare la fisiologica prono-supinazione.

Scafoide

Lo scafoide fratturato rappresenta una incognita in merito al buon fine del trattamento. Le difficoltà nell’osteosintesi dello scafoide dipendono dalla conformazione spaziale dello stesso e soprattutto dalla precaria vascolarizzazione.

A questo si aggiunge il ruolo cardine nella biomeccanica del polso svolto dallo scafoide e le ben note conseguenze di una frattura che evolve in pseudoartrosi. Il dott Maurizio Rubino preferisce trattare con osteosintesi la maggior parte delle fratture di scafoide con l’obiettivo di una osteosintesi stabile e non lesiva della già precaria vascolarizzazione e conseguente breve immobilizzazione postoperatoria nel tentativo di garantire al più presto la massima funzione.

Traumatologia

Il concetto base della traumatologia riguardante il polso e la mano è quello di immobilizzare meno segmenti possibile lasciando il massimo di funzione ai segmenti articolari vicini, concedendo al più presto la massima libertà funzionale possibile ovviamente dipendente dal tipo di lesione che stiamo trattando. 

Occorre cioè iniziare da subito a pensare che la frattura che ci accingiamo a trattare può essere considerata il primo sintomo di una malattia traumatica che coinvolge tutti i tessuti e non solo quello scheletrico per cui all’inizio del trattamento dobbiamo fare in modo da non aggiungere al trauma di base con i relativi eventuali deficit , quelli conseguenti da lesioni indirette delle parti molli muscolo-articolari alcune volte più invalidanti delle lesioni di partenza.

Dissociazione scafo lunata

La dissociazione scafo-lunata è caratterizzata da un aumento dello spazio tra scafoide e semilunare espressione di una insufficienza del robusto legamento scafo-lunato che è il principale stabilizzatore delle due ossicine carpali che insieme all’osso piramidale costituiscono il così detto ” condilo carpale “. L’estremità terminale del radio e dell’ulna insieme al condilo carpale costituiscono insieme alla radio-ulnare distale il complesso articolare del polso.

L’insieme delle ossicine carpali è continuativamente soggetto ad una forza coaptante legata all’uso della mano e del polso con conseguente forza in compressione legata all’attività dei potenti tendini flessori.In effetti quando si stringe con forza il pugno per serrare un oggetto l’osso capitato, fondamentale ossicino della seconda filiera carpale, tende a forzare lo spazio tra scafoide e semilunare con conseguente sollecitazione intensa del legamento scafo-lunato.

Gangli artogeni

Definiti anche degenerazioni mucoido-cistiche sono la conseguenza di una sorta di “sfiancamento“delle pareti capsulari di alcune articolazioni del polso e della mano per cui si determinano queste estroflessioni della capsula contenenti liquido sinoviale talvolta in pressione tale da rendere quasi ossea la percezione palpatoria della cisti.

Sono dunque problemi di tipo meccanico – idraulico piuttosto che di tipo biologico per cui l’indicazione al trattamento chirurgico deriva da considerazioni soggettive di tipo estetico o funzionale (dopo prolungata richiesta funzionale del segmento articolare interessato può essere prodotto più liquido sinoviale che alimenta l’incremento volumetrico della cisti che tanto preoccupa il paziente).

Casi particolari di mano e polso

Lesioni della fibrocartilagine triangolare del polso (TFCC)

Lussazione inveterata del semilunare

Sindrome di fenton

Instabilità apparato estensore alla MF

Artrodesi del polso

Lesione placca volare IFP

Esostosi/ossificazione alla IV MF

Encondroma

Snapping estensore ulnare