Malattia di De Quervain
Fa parte delle tenovaginaliti stenosanti e come detto può essere associato ad altre forme fibroreumatiche come il dito a scatto o il tunnel carpale.
La malattia di De Quervain è frequente in alcune attività professionali che comprendono sforzi di prensione associati a flesso-rotazione del polso così come nelle donne nel postpartum.In questi casi è da considerare sia il disormonismo legato allo stato gravidico prima ed all’eventuale allattamento successivamente sia il gesto ripetuto di sollevare il neonato che può giustificare una certa frequenza di comparsa della malattia anche nei nonni sitter.
Caratteristico è il dolore alla stiloide radiale esacerbato dalla sollecitazione in ulnarizzazione del polso con la mano serrata a pugno compreso il pollice ( segno di Finkelstein ) con conseguente grave pregiudizio funzionale nell’uso quotidiano della mano e dolore spesso presente anche nelle ore notturne.
L’eventuale trattamento con infiltrazioni locali steroidee non è consigliabile a mio parere per la frequente comparsa di liponecrosi conseguenza della infiltrazione sottocutanea del cortisone con possibile macchia ipocromica permanente nelle sede di infiltrazione.
La malattia di De Quervain è una tenovaginalite che coinvolge la guaina che riveste due estensori del pollice, denominati abduttore lungo ed estensore breve che occupano il primo compartimento dorsale del polso. I tendini, che provengono dall’avambraccio, arrivati al polso passano all’interno di una guaina fibrosa che sta alla base del pollice con la funzione di evitare il fenomeno della “ corda d’arco “ durante l’estensione del pollice, migliorando l’efficienza meccanica degli estensori.
La malattia consegue spesso a microtraumatismi ripetuti classici di attività caratterizzate dalla ripetizione di movimenti combinati in flessoestensione del polso. Per questo è frequente nei musicisti, nelle signore dedite al cucito e al ricamo, in chi usa molto il mouse o la tastiera del computer.
Classica è l’insorgenza della malattia di De Quervain nel periodo postgravidico dove il disormonismo legato alla gravidanza e all’allattamento unito al trauma indiretto continuativo patito dai polsi per sollevare il neonato sono capaci di scatenare malattia.
Nel caso della malattia di De Quervain la sensazione dolorosa compare durante attitudini della mano e del polso tipiche della gestualità quotidiana caratterizzate da torsioni combinate con movimenti del polso in flesso estensione. Il paziente tipicamente indica con la punta di un dito la stiloide radiale dolente che diventa estremamente dolorabile alla pressione digitale diretta.Può infine essere palpata la guaina ipertrofica come un ispessimento di consistenza duro-elastica della cute circostante.
A volte il dolore si diffonde verso l’avambraccio e peggiora nei movimenti di presa, come nell’aprire un barattolo, strizzare un panno, o girare una chiave; può essere presente una sensazione di formicolio al dorso del pollice provocato dall’irritazione di un piccolo ramo nervoso sensitivo del nervo radiale che decorre sopra la guaina ispessita.
Il dolore è acuito dal movimento di inclinazione ulnare della mano mantenendo il pollice flesso al palmo dalle dita lunghe, test tipico della malattia di De Quervain noto come segno di Finkelstein.
Inoltre la malattia di De Quervain può disturbare il riposo notturno per la sintomatologia dolorosa legata ad atteggiamenti di flessione coatta assunte involontariamente dal polso durante il sonno.
La diagnosi si basa sulla descrizione dei sintomi, che sono molto caratteristici.
Bisogna differenziare il dolore caratteristico della malattia di De Quervain dal dolore al polso conseguente a fratture del polso e ad artrosi dell’articolazione radiocarpica o trapezio scafoidea. Utile può essere un’ecografia che identifica la guaina ipertrofica ed infiammata dell’abduttore lungo e dell’ estensore breve del pollice.
Il trattamento
In alcuni casi, per attenuare i sintomi, è sufficiente evitare per un certo tempo i movimenti che provocano dolore. Nelle forme iniziali, l’applicazione di un tutore notturno e un ciclo di terapia con farmaci anti-infiammatori o terapia fisica (ultrasuoni e ionoforesi) può contribuire a risolvere il disturbo.
Se il dolore è intenso e persistente è indicato il trattamento chirurgico.
L’intervento viene effettuato in anestesia locale ambulatorialmente, per cui si può essere dimessi all’uscita della sala operatoria.
Dopo l’infiltrazione con anestetico locale ed applicazione di laccio pneumostatico, si esegue una piccola incisione traversa di circa due o tre centimetri a livello del dorso del polso in corrispondenza del primo compartimento che ospita i due tendini interessati. Si procede per via smussa nel derma dove si isolano i rami cutanei sensitivi del nervo radiale (Fig. 4); si giunge quindi sulla guaina stenotica ed infiammata. Questa viene incisa in tutta la sua estensione longitudinale e vengono liberati i tendini verificandone lo scorrimento intraoperatoriamente. Bisogna porre particolare attenzione ad identificare attentamente i capi dell’abduttore lungo e dell’estensore breve del pollice poiché esistono numerose varianti anatomiche con presenza di setti all’interno della guaina stessa che possono trarre in inganno. Si corre infatti il rischio di considerare liberi tutti i tendini nelle loro varianti anatomiche classiche dimenticando, di solito l’estensore breve, che può essere avvolto da una sorta di guaina accessoria, peraltro presente in oltre il 30 % dei polsi (malattia di Christie-Wulle).
Si esegue quindi la sutura con tre o quattro punti lasciando un piccolo drenaggio per capillarità. La ferita viene quindi medicata con un bendaggio di cotone e benda elastica, concedendo immediatamente il movimento attivo.
Il giorno successivo viene rimosso il drenaggio e sostituito il bendaggio con una piccola medicazione compressiva; i punti di sutura saranno invece rimossi dopo circa dieci giorni. La riabilitazione della mano attraverso una mobilizzazione passiva eseguita dal Paziente con l’altra mano e il movimento attivo, portano ad un beneficio pressoché immediato dalla sintomatologia algica che permette di riprendere in breve tempo le comuni attività di vita relazionale e lavorativa. La riabilitazione della mano operata di guainotomia per morbo di De Quervain è più semplice rispetto al recupero di una mano operata per dito a scatto.
Dopo intervento per dito a scatto come per tunnel carpale o per malattia di De Quervain, operati singolarmente o in associazione come spesso succede, si consiglia di mobilizzare attivamente le dita della mano operata serrando con forza il pugno e ripetendo più volte il movimento alternadolo a pause di riposo. Si raccomanda di muovere attivamente e ripetutamente la spalla e il gomito in tutte le direzioni consentite.