Gangli artrogeni

Definiti anche degenerazioni mucoido-cistiche sono la conseguenza di una sorta di “sfiancamento“ delle pareti capsulari di alcune articolazioni del polso e della mano per cui si determinano queste estroflessioni della capsula contenenti liquido sinoviale talvolta in pressione tale da rendere quasi ossea la percezione palpatoria della cisti.

Sono dunque problemi di tipo meccanico – idraulico piuttosto che di tipo biologico per cui l’indicazione al trattamento chirurgico deriva da considerazioni soggettive di tipo estetico o funzionale (dopo prolungata richiesta funzionale del segmento articolare interessato può essere prodotto più liquido sinoviale che alimenta l’incremento volumetrico della cisti che tanto preoccupa il paziente).

In rari casi di ganglio artrogeno dorsale il pz. può lamentare un dolore di tipo neuropatico non giustificato dalla sola presenza del ganglio. In questi casi la fortuna di poter contare su Colleghi radiologi esperti nello studio con ecografia del sistema nervoso periferico, ha permesso di capire che il ganglio era capace di determinare una compressione su un ramo sensitivo terminale del nervo radiale che termina al polso (nervo interosseo posteriore ) In questi casi la rimozione del ganglio ha permesso di risolvere rapidamente la sintomatologia dolorosa

Nel caso sia indicato il trattamento chirurgico preferisco operare in anestesia locale per infiltrazione diretta della zona cercando di raggiungere sempre l’articolazione di origine ( nella grande maggioranza dei casi l’articolazione mediocarpica ) incidendo a tutto spessore le pareti capsulari. Viene lasciato un drenaggio per qualche giorno confidando in una buona cicatrizzazione della parete in grado di ridurre l’incidenza di recidiva che in media è del 10/ 15 per cento. Nel postoperatorio mantengo un soffice bendaggio per circa una settimana invitando il paziente al massimo movimento consentito in flesso-estensione per limitare la formazione di aderenze.

Raramente un ganglo artrogeno può originare dall’articolazione tra pisiforme ed uncinato. In questi casi lo sviluppo volumetrico progressivo del ganglio è capace di determinare una compressione meccanica selettiva sul ramo motorio del nervo ulnare sviluppando un quadro clinico caratterizzato dal grave disturbo motorio della mano con tutte le caratteristiche del deficit motorio del nervo ulnare in assenza di disturbo sensitivo. Mostro adesso due casi di compressione del ramo motorio del nervo ulnare ad opera del ganglio sinoviale iso-uncinato.

Primo caso

Secondo caso

Sono poi di frequente riscontro apparenti vescicole a contenuto liquido viscoso adiacenti a alle articolazioni interfalangee distali delle dita di mani e più raramente piedi.In realtà si tratta di comuni cisti sinoviali a partenza dalla articolazione interfalangea distale rifornite dal liquido sinoviale intraarticolare attraverso una sorta di breccia che si determina nella capsula articolare spesso su base artrosica.Queste cisti sono dolorose perchè la cute adiacente alla articolazione IFD è molto aderente al piano sottostante articolare oltre ad essere molto sensibile per cui la cisti preme ed assotiglia la cute a formare la classica vescicola che si svuota e si alimenta successivamente.Il trattamento prevede un tasso di recidiva locale altissimo di circa il 40 % se ci limitiamo alla semplice ectomia della cisti come in altre sedi, mentre scende a circa il 10% se si blocca in estensione per circa 10 gg l’articolazione IFD con un banale ma utilissimo filo di K che permette una buona e persistente cicatrizzazione della breccia articolare di partenza.

In ultimo segnalo che di fronte ad una tenosinovite produttiva delle guaine dell’apparato estensore con neoformazioni liquide dorsali al polso che sono poco dolenti anche se inestetiche, sconsiglio sempre il trattamento chirurgico in quanto queste tenovaginaliti cistiche dorsali hanno spesso una origine reumatica con tendenza molto alta alla recidiva.