Dito a scatto
Fig. 1: Caso “paradigmatico” di associazione delle tenovaginaliti (terzo dito a scatto e malattia di De Quervain) e della sindrome del tunnel carpale operate contemporaneamente in anestesia locale.
Il dito a scatto, salvo la forma congenita , spesso si associa a compressione del nervo mediano al tunnel carpale per cui il Paziente lamenta al risveglio mattutino il senso di torpore alle dita nel territorio del nervo mediano associato a grossolane difficoltà nella flesso estensione delle dita. L’assenza del movimento associata all’atteggiamento in semiflessione delle dita tipici del riposo notturno, giustificano il segno classico del dito a scatto e cioè svegliarsi con il dito in posizione flessa obbligata alla interfalangea prossimale fino a quando, aiutandosi con le altre dita, si raggiunge l’estensione con una sensazione di scatto francamente dolorosa.
Attivando il movimento in flessoestensione delle dita la sintomatologia si attenua .Il movimento infatti aumenta la produzione, all’interno delle guaine, di un film liquido lubrificante che serva a diminuire i fenomeni di attrito tra il tendine e la guaina che lo avvolge. In diagnosi differenziale, si possono prendere in considerazione anche altre cause di rigidità dell’articolazione interfalangea prossimale, come il degrado artrosico della stessa od esiti di fratture del polso o dei metacarpi complicate da rigidità diffusa dei raggi digitali. Nei casi dubbi è utile eseguire una serie di radiografie della mano dolente per escludere patologie concomitanti ed anche l’esame ecotomografico della regione interessata che può dimostrare l’ispessimento volumetrico delle puleggie interessate.
Fig. 2: Splint dinamico di Levame che mantiene il dito in estensione durante il periodo notturno nei primi trenta giorni post operatori. Non è raro essere costretti ad operare più dita contemporaneamente e in questi casi si possono ripetere accessi multipli obliqui e vicini senza problemi di tipo cicatriziale (Fig. 3)
Fig. 3: Dopo intervento per dito a scatto si consiglia di mobilizzare attivamente le dita della mano operata serrando con forza il pugno e ripetendo più volte il movimento alternadolo a pause di riposo. Si raccomanda di muovere attivamente e ripetutamente la spalla e il gomito in tutte le direzioni consentite.